Test sessista sul libro di italiano. L’editore: “Scusate, era ironia sullo stereotipo di genere”
di CRISTINA NADOTTI
Un manuale per stranieri chiede se per non litigare con il marito ci si deve vestire più sexy, o rispondere sempre di sì. Il mail bombing alla casa editrice e l’ammissione: “Un brutto scivolone che non può essere giustificato. Vigileremo che non accada più”
Ci sono temi sui quali, soprattutto in certi momenti e certi contesti, l’ironia non è ammessa. Lo ha capito a proprie spese la casa editrice Alma di Firenze, accusata di diffondere contenuti sessisti sul suo manuale di italiano per stranieri. L’associazione Scosse, nata nel 2011 a Roma grazie a una start-up dell’università di Tor Vergata e che si occupa di promozione sociale, ha trovato su un manuale di italiano per stranieri degli esempi davvero sconcertanti.
In un esercizio, alla domanda “Angelica litiga spesso con il marito. Al posto suo Sonia….” venivano date le opzioni: passare più tempo in cucina; vestirsi più sexy; rispondere sempre di sì; essere più sottomessa; preparargli il caffè la mattina; lasciarlo più libero”. L’associazione ha pubblicato la foto su Facebook commentando: “Mentre si chiede di censurare un libro di testo perché racconta di una bambina che vende rose a un semaforo e invita all’incontro e all’apertura, ci segnalano questo esercizio. Siamo ben oltre gli stereotipi di genere tante volte segnalati nei libri scolastici”.
Scosse invitava poi a scrivere alla casa editrice allegando l’immagine e sottolineando che “la rappresentazione delle donne e delle relazioni che emerge da esercizi come questo, è quella della più cupa delle società patriarcali, in cui le donne sono colpevolizzate e chiamate a sottomettersi e mettere da parte volontà e desideri per soddisfare i bisogni maschili. Peggio ancora se il vostro è il tentativo di avvicinare culture altre rinchiudendole in una gabbia stereotipata e retrograda. Chiediamo pertanto che la vostra casa editrice prenda apertamente posizione e si impegni a non mettere più in commercio testi come questo”.
La risposta dell’editore è stata rapida e senza equivoci: “Gentili insegnanti, Ci scusiamo. Quello che avete messo in evidenza è un chiaro e brutto scivolone che non può essere giustificato. Il testo dell’esercizio avrebbe voluto, nelle intenzioni, giocare ironicamente con uno stereotipo di genere, ma ovviamente su questi temi c’è poco da giocare e vi assicuriamo che sostituiremo appena possibile la frase in questione e controlleremo che in questo e altri testi analoghi non siano presenti ulteriori passaggi discriminatori”.
“Alma Edizioni è perfettamente consapevole del ruolo che hanno i contenuti presentati nei propri libri perché spesso rappresentano il primo impatto con la cultura italiana per gli stranieri che li utilizzano. Da sempre ci siamo adoperati per non presentare una cultura piatta, fredda e spersonalizzata e abbiamo tentato il più possibile di problematizzare e contestualizzare dati di cultura che, volenti o nolenti, fanno parte del nostro essere italiani. In questo caso, però, abbiamo sbagliato. Ce ne scusiamo e ci auguriamo che la discussione che ne è scaturita sia per lo meno proficua per ricordare a noi e a tutti l’importanza che rivestono certi temi.”
L’associazione Scosse ha pubblicato la risposta dell’editore, ringraziando “per l’onestà intellettuale dimostrata nell’ammettere l’errore”, ma ha sottolineato: “Monitoreremo. Una conferma che è importante mantenere uno sguardo vigile e battersi quotidianamente per la decostruzione degli stereotipi”.
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