Prevenire e combattere la violenza di genere, il bullismo, la lotta all’omofobia e ai razzismi all’interno dell’ambiente scolastico. È l’obiettivo del progetto “ABC, Alfabeti per l’educazione sentimentale” – cofinanziato dall’Unione europea e coordinato da End FGM European Network – presentato giovedì 13 giugno nel teatro della scuola Toscanini in via Flavio Andò. Un progetto adottato in Spagna, Germania, Portogallo. E approdato anche in Italia, nel I e nel III municipio di Roma, coinvolgendo 11 classi tra scuola primaria e secondaria di primo grado, nel corso dell’anno scolastico 2019/2020.
Case studies, giochi di ruolo, brani letterali o editoria per ragazzi, un cortometraggio o un video di un youtuber influente, una simulazione sui social network o l’intervista a una persona famosa seguita da bambini/e e ragazzi/e forniranno il pretesto per creare riflessione, confronto e condivisione, per stimolare bambine e bambini a parlare e a scrivere del mondo interiore, aumentando la loro competenza emotiva e la capacità di riconoscere e denunciare sopraffazioni e violenze. Le sessioni verranno tenute da due educatori/trici durante l’orario curriculare, con il sostegno degli/lle insegnanti della classe, con un approccio educativo e insieme ludico.
Tra gli obiettivi educativi del progetto: promuovere il benessere degli studenti e delle studentesse in un clima positivo e di fiducia reciproca all’interno della classe; fornire a bambini/e e ragazzi/e gli strumenti per riconoscere le violazioni dei loro diritti e le forme di violenza legate al genere. E ancora: sensibilizzare il personale scolastico, le famiglie e i servizi di sostegno affinché possano creare un ambiente di ascolto e supporto a bambini/e e ragazzi/e. Rafforzare poi l’impegno delle istituzioni locali scolastiche e sociali in favore di programmi educativi su queste tematiche. Si cercherà, infatti, di educare gli studenti alla consapevolezza, all’espressione e alla gestione della propria emotività e alla risoluzione non violenta dei conflitti all’interno e all’esterno dell’ambiente scolastico; al contrasto degli stereotipi fondati sull’identità di genere o su ogni altra differenza; alla promozione del rispetto delle opinioni altrui e di relazioni basate sul rispetto reciproco. E infine, alla promozione di un uso responsabile dei social media e della capacità di riconoscere e contrastare i rischi e le manifestazioni di cyber-controllo o cyber-violenza.
Il progetto rientra nel Piano nazionale per l’educazione al rispetto nelle scuole di ogni ordine e grado lanciato nel 2017 dal MIUR, ed è promosso da AIDOS in collaborazione con l’associazione Scosse e patrocinato dai municipi di Roma I e III. “Come municipio I abbiamo lavorato sul tema del bullismo e sul contrasto agli stereotipi di genere con un progetto europeo che ha già portato alla stesura delle linee guida sul bullismo e ha coinvolto molte scuole del nostro territorio – spiega la presidente del I municipio, Sabrina Alfonsi – La cosa più importante che possiamo fare noi adulti, come genitori e come istituzioni, nei confronti delle bambine e dei bambini, dei ragazzi e delle ragazze, è tornare a privilegiare il dialogo, a parlare con i nostri figli, allievi, studenti, permettere loro di pensare se stessi e gli altri in termini di parità, ma soprattutto, tornare ad ascoltarli”.
In Italia il 21% delle donne ha subito una forma grave di violenza di genere, inclusa la violenza sessuale. “Dietro agli atti di violenza sulle donne esiste un meccanismo di sopraffazione violento e di dominio del genere maschile su quello femmile”, commenta Claudia Pratelli, assessora alla scuola nel III municipio. “L’educazione sentimentale è importante perché educa ai rapporti con gli altri – aggiunge – Non c’è modo migliore per investire sul domani che lavorare sui bambini e le bambine a partire dalla scuola, che ha la capacità di retroagire sul territorio ed educare anche le famiglie”.
A credere nell’educazione sentimentale come processo per superare alcuni stereotipi culturali anche Maria Grazia Panunzi, presidente dell’associazione Aidos: “L’obiettivo del progetto è permettere ai bambini di dare valore alle persone indistintamente dal sesso e di educarli alle differenze e al rispetto degli altri”.
Presente all’evento anche Monica Pasquino, presidente dell’associazione Scosse, la quale è entrata più nel dettaglio spiegando come “il progetto di durata biennale (2018-2020) prevede il primo anno la stesura del materiale educativo e di un piano di lavoro. Mentre il secondo anno lo svolgimento delle attività formative”. A sostegno del progetto europeo anche Giovanni Figà Talamanca, assessore alla scuola I municipio, e Giovanni Caudo, presidente del III municipio, che ha sottolineato: “Il tema dell’affettività va imparato a scuola, altrimenti non lo impareremo mai con la stessa impronta, perchè quello che impariamo a scuola ti resta addosso”.