Con un voto unanime, la direzione delle Università della California (Uc)fuga-di-cervelli-ricerca-scientifica ha creato una società indipendente denominata Newco, destinata ad entrare in tutti i campus della rete Uc, con il compito di gestire la commercializzazione dei prodotti della ricerca, gli affari legati alla proprietà intellettuale e al trasferimento tecnologico.
Scopo: aumentare il numero di brevetti e licenze per accrescere i profitti.
Uc è uno dei pilastri del sistema pubblico di educazione superiore degli Stati Uniti. Con oltre 200.000 studenti, 10 campus e importanti laboratori e osservatori nazionali, Uc comprende alcune delle università più prestigiose del mondo: l’Università di Berkeley, di Santa Barbara, Los Angeles e Santa Cruz.
Newco prenderà avvio nell’ateneo di Los Angeles (Ucla) e nei suoi centri medici, con l’obiettivo di sperimentare un “programma pilota” da espandere successivamente nell’intero sistema Uc.
Newco sarà amministrata da un Consiglio di Amministrazione (CdA) composto in maggioranza da esperti nel settore della commercializzazione della ricerca. Il Consiglio direttivo della Uc ha scartato l’ipotesi di istituire un Comitato di sorveglianza, preferendo al suo posto un generico Comitato di supporto.
Lo scopo della nuova entità è monetizzare le scoperte scientifiche fatte nei laboratori di UC – da nuovi trattamenti per il cancro alle applicazioni per gli smartphone. Scoperte e invenzioni saranno accessibili solo su licenze esclusive, non saranno più di dominio pubblico né disponibili per fini non commerciali.
Fino ad adesso, le università di Uc usavano i propri uffici interni di trasferimento tecnologico per prendere decisioni legate alla brevettazione e al trasferimento tecnologico, in accordo con i docenti. Con Newco, il processo decisionale si esternalizzerà e diminuiranno garanzie e trasparenza.
Si mette così in crisi il carattere indipendente della ricerca scientifica: le grandi imprese influendo sul CdA della Newco potranno consolidare il sistema (già in atto) di accordi per licenze e brevetti universitari in regime finanziari esclusivi, a vantaggio dei loro profitti e non certo delle casse universitarie.
Dopo la seconda guerra mondiale, la politica, il mondo della conoscenza e l’opinione pubblica pensarono che la ricerca finanziata da risorse pubbliche dovesse avere in prima istanza un interesse pubblico, essere a servizio della scienza, della società e del sistema di formazione.
Se il vaccino contro la poliomielite di Jonas Salk fosse stato brevettato, non avrebbe salvato tante vite umane – si ricorda spesso in questi casi.
Dagli anni settanta la politica e le élite accademiche mondiali hanno fatto prevalere l’interesse economico su quello sociale. Ormai per atenei come Ucla è prassi vendere a colossi farmaceutici brevetti in licenza esclusiva per le terapie del cancro, ottenute con la ricerca finanziata da borse federali e diretta da professori del campus.
Sono cresciuti ovunque e a dismisura gli accordi di brevetto stipulate da strutture pubbliche in esclusiva con le aziende. Oggi un ulteriore passo in avanti viene compiuto e sebbene la visione strategica e il potere di una società come Newco possa produrre effetti a catena in tutta la ricerca scientifica a livello mondiale, in nessun luogo si è levata una manifestazione di protesta e la notizia è rimasta confinata nel dibattito pubblico della East Coast.
Pubblicato l’1/07/2013 su http://goo.gl/6fJCY