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Giannini: «La teoria del gender non esiste»

Da Team Scosse
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Scuola. La ministra dell’Istruzione: «Pronti a azioni legali contro chi sostiene questa truffa culturale». Da sabato a Roma l’iniziativa «Educare alle differenze» per il contrasto alla violenza di genere e al bullismo omofobico. Promuovono le associazioni Scosse (Roma) Stonewall (Siracusa) e Il Progetto Alice (Bologna)

di Roberto Ciccarelli

Netta presa di posi­zione della mini­stra dell’Istruzione Ste­fa­nia Gian­nini con­tro la pre­sunta «teo­ria del gen­der». Il Miur ha inviato una cir­co­lare in tutte le scuole ita­liane in cui è stato richia­mato il comma 16 della legge 107, la «Buona scuola», «fal­sa­mente incri­mi­nato». Il comma «intro­duce la cul­tura della non discri­mi­na­zione etnica, raz­ziale, reli­giosa; della tol­le­ranza, della sen­si­bi­lità e dell’accoglienza, che la scuola nella sto­ria ha sem­pre intro­dotto in varie forme». In un’intervista a Radio 24 Gian­nini ieri ha soste­nuto che que­sto è «un prin­ci­pio sacro­santo che non ha nulla a che fare con la teo­ria del gen­der», ma «con cri­teri di sen­si­bi­liz­za­zione alle pari oppor­tu­nità, all’educazione alla parità tra i sessi. Va in dire­zione oppo­sta all’annullamento della distin­zione tra uomo e donna, che è in natura e cul­tura. Fa rife­ri­mento a prin­cipi di sen­si­bi­liz­za­zione nei ragazzi alla pre­ven­zione alla vio­lenza di genere e ai reati e attac­chi det­tati dall’omofobia». «Chi parla di teo­ria del gen­der in rela­zione al pro­getto edu­ca­tivo sulla scuola del governo Renzi com­pie una truffa cul­tu­rale, ci tute­le­remo con gli stru­menti ade­guati». Quella del gen­der, ha aggiunto Gian­nini, «è un caso di misti­fi­ca­zione inac­cet­ta­bile». Se «ciò non bastasse» c’è «una respon­sa­bi­lità irri­nun­cia­bile a pas­sare a stru­menti legali» con­tro que­sta «truffa culturale».

La mini­stra Gian­nini ha auspi­cato «un rav­ve­di­mento imme­diato» in quella parte della Chiesa cat­to­lica che ritiene essere pre­sente nella Buona Scuola la teo­ria del gen­der. Parole che hanno sol­le­vato la rea­zione della fazione «pro-gender»: «Per restare liberi di edu­care i nostri figli quest’anno ogni scuola sarà una trin­cea» ha detto Filippo Sava­rese, por­ta­voce dell’associazione «La Manif Pour Tous Ita­lia», che ha inter­pre­tato le parole di Gian­nini nei ter­mini di una «minac­cia» e si dice pronto a rivol­gersi agli avvo­cati. Su que­sto carro è salita anche Gior­gia Meloni (Fra­telli d’Italia): «Invece di ras­si­cu­rare le fami­glie, Gian­nini minac­cia denunce a chi esprime legit­time paure e perplessità».

L’uscita del Miur su un con­flitto che da un paio d’anni sta cin­gendo d’assedio la scuola — un asse­dio pre­ce­duto anche quest’anno dalle catene di mes­sag­gini su Wha­tsApp che hanno tur­bato le vacanze dei geni­tori — ha rav­vi­vato una serie di pole­mi­che che qual­che tempo fa ha por­tato in piazza San Gio­vanni a Roma alcune cen­ti­naia di migliaia di per­sone, con­vinte che i bam­bini ita­liani siano in ostag­gio di una pre­sunta «dit­ta­tura del gen­der». Ora è il momento del con­trat­tacco. «Le stru­men­ta­liz­za­zioni legate a que­sto tema hanno rag­giunto un livello dav­vero ver­go­gnoso e inac­cet­ta­bile: basta con le misti­fi­ca­zioni» sostiene il pre­si­dente dell’Ordine degli psi­co­logi del Lazio, Nicola Pic­ci­nini. Se vi sono motivi di pre­oc­cu­pa­zione nella società ita­liana riguar­dano «l’arretratezza del nostro Paese in mate­ria di tutela dei diritti e lotta con­tro la discri­mi­na­zione — ha aggiunto Paola Biondi, dell’ordine degli psi­co­logi — Un’adeguata for­ma­zione alla parità tra i sessi, alla pre­ven­zione della vio­lenza di genere e di tutte le discri­mi­na­zioni, com­prese quelle rivolte a gay, lesbi­che, tran­sgen­der e fami­glie omo­ge­ni­to­riali (pre­vi­sta dalla “Buona Scuola”) getta le basi per una scuola inclusiva».

Chiara Vol­pato, docente di Psi­co­lo­gia Sociale presso l’Università degli Studi di Milano-Bicocca, rove­scia l’ordine del discorso di que­sta «nar­ra­zione tos­sica»: «Que­sta teo­ria non esi­ste – sostiene – In com­penso esi­stono ste­reo­tipi di genere che andreb­bero rivi­sti, come quello che vuole la donna a casa e l’uomo a lavoro. Non ci sarebbe niente di male se anche la scuola aiu­tasse i ragazzi a libe­rar­sene». «Final­mente parole chiare con­tro que­sta truffa — ha detto Fla­vio Romani, pre­si­dente di Arci­gay — È non solo giu­sto ma dove­roso che la Mini­stra Gian­nini, nell’esercizio delle sue fun­zioni, opponga un muro di intran­si­genza a chi stru­men­ta­lizza i più pic­coli e le loro fami­glie, costruendo sulla loro pelle tor­bide ope­ra­zioni di pro­pa­ganda politica».

In que­sto sce­na­rio si inse­ri­sce l’iniziativa indi­pen­dente «Edu­care alle dif­fe­renze», pro­mossa dalle asso­cia­zioni Scosse (Roma), Sto­newall (Sira­cusa) e Il Pro­getto Alice (Bolo­gna), sabato e dome­nica a Roma. Ne par­le­remo più dif­fu­sa­mente domani. Si tratta del con­tro­canto dal basso con­tro la «truffa» ideo­lo­gica dei soste­ni­tori della «teo­ria del gen­der», frutto dell’opera dell’auto-organizzazione di docenti, geni­tori e asso­cia­zioni che inten­dono «con­di­vi­dere meto­do­lo­gie e stru­menti didat­tici, incen­trati sulla valo­riz­za­zione delle dif­fe­renze, il con­tra­sto alla vio­lenza di genere e al bul­li­smo omo­fo­bico den­tro e fuori la scuola». Al nutrito pro­gramma, con­sul­ta­bile sul sito www​.scosse​.org par­te­ci­pe­ranno cen­ti­naia di per­sone da tutta Ita­lia. ro​.ci.

pubblicato il 17/09/2015 su Il Manifesto

Pubblicato in Rassegna stampa | Contrassegnato ,
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