Corpi di bambola: il prototipo di Scosse
Un neonato e una neonata, un bambino e una bambina, un’adolescente e un adolescente, un uomo e una donna, un anziano signore e un’anziana signora.
È il set di bambole ideato da Scosse in occasione del corso di formazione La scuola fa differenza e realizzato dal laboratorio sartoriale della Cooperativa Zajedno di Roma, realtà che coinvolge operatrici sociali e donne rom in un progetto interculturale di integrazione e di cittadinanza attiva e responsabile.
Dieci bambole di stoffa, ciascuna con il proprio abito colorato facile da mettere e togliere, la cui peculiarità è di avere i caratteri sessuali rappresentati in modo realistico, nel passaggio del tempo e nel loro mutamento.
Corpi di maschi e di femmine che si differenziano negli organi sessuali, nella comparsa dei peli, nel colore di peli e capelli, nelle dimensioni del seno che con il passare degli anni è più o meno sostenuto. L’idea è nata dal nostro desiderio di sottrarre, soprattutto nello spazio-tempo del gioco infantile, il corpo (certo quello femminile, ma non solo) alla staticità e all’immutabilità in cui è ingabbiato da un immaginario adulto costruito su un’idea di bellezza posticcia e omologante.
Lo spunto è arrivato dall’osservazione di un set analogo prodotto dai Servizi Educativi della Ciutat Vella, quartiere popolare del centro storico di Barcellona, all’interno di una valigetta con albi illustrati, giochi e schede didattiche, fornita alle scuole dell’infanzia per affrontare il tema della violenza domestica.
Le prime reazioni di educatrici e insegnanti sono state entusiastiche: è stato un piacere vederle vestire e svestire le bambole, pensare insieme a come presentarle a bambini e bambine e a come utilizzarle negli angoli del gioco simbolico, ridere e dare suggerimenti per renderle ancora più verosimili.
Per ora si tratta solo di un prototipo, con i suoi limiti dichiarati (le bambole mostrate ad esempio sono tutte bianche, il modello di coppia e famiglia solo eterosessuale, starà poi a chi le adotta interrogarsi su come intende modulare il set), ma è un primo passo per offrire a bambini e bambine la possibilità di giocare con personaggi che li aiutino a scoprire se stessi, a osservare e drammatizzare le relazioni di e con le persone che li circondano. Una bimba di tre anni, invitata a osservare per prima le bambole, si è concentrata sulla donna adulta, le ha tolto i vestiti e ha esclamato soddisfatta: “Ha i peli, è mamma!”.
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