Sonmi~451 di Cloud Atlas, icona del Quinto Stato
Cloud Atlas’ è un film di ribelli irriverenti e di lotta alla precarietà della vita.
Racconta la sfida del libero arbitrio contro il determinismo.
L’opera, scritta e diretta dai fratelli Wachowski, già creatori di Matrix, e dal regista tedesco Tom Tykwer, è tratta dal romanzo ‘L’atlante delle nuvole‘ di David Mitchell. Si compone dell’intreccio di diverse storie che si richiamano l’un l’altra attraverso attori comuni e citazioni interne.
Parla di desideri, soprusi e lotte ambientate in luoghi e tempi diversi, uniti dal filo comune della precarietà della vita e della costitutiva relazionalità dell’essere umano.
È una vita, la nostra, costitutivamente precaria e vulnerabile perché fin dall’inizio dipendente dall’esistenza di altre persone passate e presenti e legata a storie ed eventi che non dipendono dalla nostra volontà.
Come ogni altra creazione di fantascienza anche Cloud Atlas è un’opera filosofica e politica.
Molte scene e alcuni personaggi sembrano tessere un dialogo esplicito con Foucault, Nietzsche e Levinas e argomentare a favore della formazione costitutivamente relazionale dell’io, proponendo un modello di relazione con l’altro che fonda – a sua volta – una relazione di interdipendenza tra l’autonarrazione e la critica sociale.
Della relazionalità narrano le storie dell’editore Timothy Cavendish e quella del ricco rampollo inglese Adam Ewing. Il primo finisce in una casa di riposo per anziani, di fatto un carcere, da cui riesce a fuggire con i suoi compagni di avventura solo con il potente lavoro di genio che viene dalla comunanza, dal bisogno e dall’estro della senilità. Il secondo, nel 1839, dopo aver scoperto l’umanità nel volto e nei gesti di uno schiavo del Pacifico, decide di rinunciare ai propri privilegi e di combattere per l’abolizione della schiavitù.
La relazionalità, proposta come elemento strutturale del nostro essere umani e conseguenza del nostro essere corpi socialmente costituiti, comporta la vulnerabilità, la continua esposizione al dolore e alla perdita di una persona cara. Siamo sempre a rischio per le ingiustizie e le violenze che gli altri possono arrecarci, proprio a causa di questa intrinseca vulnerabilità. Esemplifica questa posizione filosofica la storia di Robert Frobisher, giovane musicista omosessuale, vittima di discriminazioni omofobe e di mobbing: un lavoratore del Quinto Stato che reagisce con un gesto estremo davanti al ricatto e allo sfruttamento del suo datore di lavoro, il compositore Vyvyan Ayris.
Anche la dimensione politica è il luogo di una dipendenza reciproca, ce lo spiega Sonmi~451, l’icona del Quinto Stato del XXII secolo. Nella Nuova Seul del 2144, Sonmi~451 è un clone della classe lavoratrice che riesce ad evadere dalla vita di schiavitù in cui era ridotta senza neanche averne consapevolezza, con l’aiuto del ribelle Hae-Joo Chang.
Piano piano Sonmi~451 impara a riconoscere i soprusi a cui era soggetta, si libera delle strutture di potere in cui era intrappolata e si unisce ai combattenti dell’Unione per portare al mondo il suo messaggio di denuncia e di speranza.
Sonmi~451, una splendida figura identica ad altre migliaia create in laboratorio dal governo totalitario del futuro per soddisfare le esigenze del mercato capitalista, lotta contro la precarietà di tutta la sua razza, i Fabricants. Una volta catturata, prima di essere giustiziata, Sonmi~451 viene intervistata da un Archivista del governo dell’Unanimità e racconta la sua vita come cameriera nel fast-food Papa Song.
Si svegliava alle cinque del mattino con le sue sorelle clonate, lavorava 19 ore al giorno, concludeva la sua giornata con i riti imposti dal Catechismo, l’ideologia ripetuta ogni giorno, e assumendo del cibo di cui ignorava la provenienza e gli effetti, per poi tornare a dormire. Un solo sgarro a questo copione l’avrebbe condotta alla morte. Tutti i Fabricans dopo dodici anni di servizio soddisfano il loro “debito” per la società che li possiede e possono finalmente cominciare una vita libera, da consumatori. Ossia vengono uccisi.
Sonmi~451 conduce una vita simile a quella di milioni di altre persone: lavora incessantemente a servizio di sua maestà il Consumatore, non ha un futuro, è stordita dalla biopolitica e da un’ideologia annichilente. Una vita del futuro, la sua, che solo la nostra lotta politica può salvare.
pubblicato il 16/01/2013 su Sonmi~451 di Cloud Atlas, icona del Quinto Stato
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