FAMMI CAPIRE risponde a PROVITA: quando i libri fanno paura.
Viviamo in un’epoca di oscurantismo in cui la conoscenza e gli immaginari che i libri, specie quelli rivolti all’infanzia e all’adolescenza, veicolano fanno paura, in cui si pretende di criticare e bollare come osceno ogni tentativo di parlare di corpi, generi e sessualità alle persone più giovani.
Rimaniamo basit3, ma certo non sorpes3, nel leggere l’ennesimo attacco ingiusto e mistificatore pubblicato questa mattina da ProVita contro FAMMI CAPIRE, progetto collettivo di Scosse, Ottimomassimo Libreria, Maddalena Lucarelli e Ornella Fabretti, che dal 2016 presenta una mostra bibliografica in continuo aggiornamento di libri illustrati italiani e internazionali dai 0 ai 18 anni, attualmente ospitato a Terlizzi, grazie all’impegno di edizioni la meridiana, Zorba Cooperativa Sociale, Un Panda sulla Luna e Parrocchia S. Gioacchino – Terlizzi, e a un finanziamento del Consiglio regionale della Regione Puglia.
FAMMI CAPIRE propone un approccio ai corpi e alle sessualità guidato dalla curiosità e dalla ricerca del piacere per un’educazione al consenso, al desiderio e alla complessità, con un’attenzione a tutti i corpi, nella loro diversità, così come ai diversi modi di vivere e di amare. I libri illustrati possono essere strumenti potenti per parlare di sessualità a ragazze e ragazzi per dar loro gli strumenti per conoscersi e prevenire la violenza di genere combattendo la cultura del possesso e del controllo: un’urgenza sentita ancor più come necessaria a ridosso della giornata per l’eliminazione della violenza maschile contro le donne del 25 novembre.
Alcuni libri in particolare, come “Bruno l’astronauta” di Flo Staffelmayr, Sabine Ziegelwanger e Anna Horak, pubblicato in Italia da Settenove, vengono esplicitamente chiamati in causa nel comunicato di ProVita, perché colpevoli di offrire strumenti di conoscenza del proprio corpo e dei limiti di quello altrui, e di allargare lo sguardo oltre il binarismo e la cis-eteronormatività.
Inoltre, come se non bastasse la demonizzazione dei libri illustrati per l’infanzia e l’adolescenza, l’associazione SCOSSE, da sempre tra le anime del progetto FAMMI CAPIRE, e che da anni si adopera in scuole di ogni ordine e grado per quell’educazione sessuo-affettiva tanto invocata all’indomani di ogni femminicidio, viene attaccata duramente proprio per svolgere quel ruolo di formazione che non viene a sufficienza svolto dallo Stato.
Una formazione preziosa per un corpo docente spesso non preparato per affrontare tematiche importanti che vanno al di là di un approccio medicalizzante che guardi solo alla riproduzione e alla prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili (due delle questioni che vengono affrontate a scuola grazie all’aiuto delle asl di riferimento).
ProVita invoca l’intervento dell’Ufficio scolastico regionale e la presenza del Ministro Valditara, ci uniamo all’invito di Elvira Zaccagnino delle Edizioni la meridiana: forse un incontro di formazione su come affrontare questi temi nella scuola potrebbe essere utile.
Il collettivo di FAMMI CAPIRE
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