Il natale de-genere, oltre la gabbia del rosa e del blu
Mia cugina mi ha detto che aspetta un figlio o una figlia. Mi ha anche detto, però, di non iniziare a comprare tante cose inutili. Le ho risposto “va bene”, borbottando un po’.
È quasi Natale e io aspettavo da anni la scusa per interessarmi nuovamente ai giocattoli. Così ho pensato: “in fondo se vivo solo l’intenzione di comprare ‘cose inutili’ lei non lo saprà mai.” E allora eccomi qui, dopo anni, a guardare pubblicità di giocattoli, sfogliare volantini o ritrovarmi per puro caso nelle corsie dei giochi del supermercato.
Di colpo la grande domanda. Una domanda che, durante il momento di enunciazione della novità, non mi ero posta ma a cui la corsia del supermercato mi obbliga a rispondere: è maschio o femmina?
Perché è da questa risposta che dipenderà poi tutto il resto, non ultimo la scelta del regalo di Natale.
Se è femmina gli scaffali rosa sulla sinistra, se è maschio quelli blu sulla destra.
È il 2019 e il Natale in Italia è ancora affetto da discriminazione.
Torno a casa un po’ demoralizzata riflettendo su quanto sia stata fortunata ad avere un fratello poco più grande, i nostri genitori e parenti compravano rispettivamente giochi da femminuccia per me e da maschietto per lui, ma nella libertà dei nostri pomeriggi lui ha avuto la possibilità di accudire il mio bambolotto e io quella di smontare le sue macchinette.
Apro il sito di TOYS sperando che il supermercato sia stato solo un caso. La prima macro categorizzazione mi risalta subito agli occhi “Giochi di Natale” divisi in: “Piccole donne” e “Giochi…da maschio”.
Per quanto infelice la scelta dei titoli della già infelice categorizzazione di genere, la trovo pertinente al contenuto. Ha ragione TOYS, in questa scelta dei giochi effettivamente ci sono “piccole donne”, non ci sono bambine.
I giocattoli proposti invitano le bambine a simulare quello che domani dovrebbero diventare: belle, ed ecco il kit per farsi le unghie o truccarsi; curanti della casa e qui ci si può sbizzarrire con un’aspirapolvere per “aiutare la mamma” o con una cucina per delle gustose pietanze da servire al proprio marito; mamme, grazie all’infinita varietà di bambolotti presenti sul mercato. Lo scenario è domestico, nessun gioco di avventura, nessun gioco pensato fuori dalla casa. Nessun gioco che stimoli la fantasia di crearsi e immaginarsi qualcosa di diverso dal ruolo prestabilito dentro i confini artificiali di genere.
Aveva ragione mia cugina “non comprare cose inutili”, ma cose utili sì. E un gioco che sia in grado di stimolare l’immaginazione di un bambino o di una bambina, che aiuti a pensarsi in mondi e modi diversi, lontano da una discriminazione di genere credo che sia qualcosa di estremamente utile per
accompagnare un individuo a crescere nel modo più libero possibile.
Per questo Natale non ti lasciare confondere da un rosa o da un blu, da un’immagine di una bambina o di un bambino nella confezione, non ti lasciar confondere da chi usa artificiosi ruoli di genere per fini di vendita perché la crescita libera da discriminazioni non è un gioco, ma passa
attraverso esso.
Scosse vi invita, come ogni anno, alla ricerca di giocattoli de-generi e a tenere gli occhi bene aperti!
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