24 – 25 novembre Co.Co.Work al Teatro Valle Occupato
L’associazione S.CO.S.S.E.sostiene e promuove l’iniziativa CO.CO.WORK organizzata da Quinto Stato e del Teatro Valle Occupato: due giorni di incontro/laboratorio sul coworking, l’autorganizzazione del lavoro indipendente, la cooperazione, i diritti e le tutele di lavorat* autonomi, freelance, precari, intermittenti, atipici, partite Iva e microaziende.
L’appuntamento si articolerà in tre focus: Lavorare insieme, progettare in comune; Workshop su modelli d’impresa e nuovo mutualismo; Federare le pratiche.
24 novembre ore 17: FOCUS I: LAVORARE INSIEME, PROGETTARE IN COMUNE
Assemblea iniziale: Confronto con esperienze italiane attorno ad alcune domande: il co-working produce nuove forme di organizzazione del lavoro autonomo? Come sperimentare forme di cooperazione e condivisione dei saperi? Come creare, o ricomporre, le filiere produttive del lavoro della conoscenza? Come ripensare i tempi della vita e del lavoro, quando sempre più è la nostra stessa vita che è messa al lavoro?
25 novembre ore 10,30: FOCUS II: WORKSHOP
Workshop 1) Cowork, atelier e teatri: quale impresa?
Il discorso su coworking e nuove forme e organizzazioni del lavoro si lega alle riflessioni che si stanno sviluppando su quale sistema economico e sul modello di impresa da realizzare. Nel discutere di nuove forme di mutualità e organizzazione sociale, economica, dei diritti e dei tempi di lavoro, diventa allora fondamentale risalire alle cause degli attuali problemi e avviare un percorso su nuovi modelli organizzativi, culturali e di politica territoriale in grado di superare l’attuale schema economico-industriale e soprattutto l’attuale dominio finanziario. Affronteremo una discussione dalle reti di economia solidale (mettere in rete esperienze virtuose che possano rafforzarsi a vicenda, sia economicamente sia dal punto di vista ambientale, sociale e della tutela del lavoro) ad alcune forme di cooperazione sociale, allo shared capitalism negli USA allo sviluppo di modelli economici che si fondano sulla cooperazione sia tra imprese diverse sia all’interno dell’impresa tra imprenditori e lavoratori per superare le logiche capitaliste della concorrenza e sostituirle con forme di mutualità. E molti altri ancora. Spesso tali esperienze sono ancora limitate sia come analisi teorica sia come dimensione, a volte sono più strutturate e altre del tutto informali. Il punto comune è che permettono di intravedere possibili percorsi. Lo faremo a partire dalle esperienze di coworking e dai progetti di progettazione culturale elaborati negli atelier e nei teatri in questi mesi.
Workshop 2) Il nuovo mutualismo: quale previdenza, assistenza e fiscalità per autonomi e precari?
Ci confronteremo con le esperienze che sperimentano nuove forme di mutualismo socio-sanitario e produttivo per i lavoratori autonomi, freelance e precari. E non trascureremo il dibattito sulla riforma del lavoro fornero che ha complicato la loro condizione previdenziale, non risolvendo il problema epocale della gestione separata, e negando l’accesso alle tutele per il reddito. Indagheremo proposte e modelli che portino a un welfare sostenibile, sussidiario e solidaristico, territoriale, relazionale che, insieme a un radicale ripensamento del
modello sociale del nostro paese, offra forme di auto-aiuto e di mutuo-aiuto immediate per un terzo della forza lavoro attiva, il lavoro indipendente. La scelta del mutualismo si rifà a un modello di economia sociale e non del capitale, spinge alla responsabilità verso se stessi e verso la comunità di riferimento. Mette al centro la
persona con i suoi bisogni e non il profitto.
25 novembre ore 16: FOCUS III: FEDERARE LE PRATICHE
Tema dell’assemblea finale: Il coworking, il mutualismo e le pratiche dei beni comuni possono essere dispositivi per attivare coalizioni sociali di autorganizzazione tra lavoratori autonomi, freelance e precari sempre più impoveriti dalla crisi? E questi strumenti possono essere considerati come i primi nuclei per la creazione di nuove istituzionalità con ispirazione culturale e produttiva nelle nostre città e sui nostri territori?
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