Appunti per una rivoluzione bisessuale
– Mi è piaciuto molto, chi se lo aspettava! A te è piaciuto?
Chiese Giulia.
[Uscivano da un cinema dove avevano visto un film erotico].
– Mah, si, abbastanza.
Rispose lui.
– Abbastanza? Mi sembravi molto coinvolto. Ad un certo punto mi hai preso la mano e… proprio durante quella scena dei due ragazzi. Ti ha eccitato?
Dimmi la verità….
Era lampante che la risposta fosse affermativa, ma lui negò.
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Desiderio inconfessabile, negato o inespresso; danza liberatoria; accusa di promiscuità; amante traditrice e fluttuante: è la bisessualità. Chi la sceglie è due volte emarginato: dalla norma eterosessuale e spesso anche dalle comunità omosessuali.
Di questa doppia emarginazione parla Shiri Eisner, 28enne, attivista politica, animalista, anarchica e autrice di uno dei blog più interessanti che io conosca sul tema: radicalbi.
Eisner è tra le fondatrici di Panorama–Bi and Pansexual Feminist Community, l’organizzazione bisessuale di Tel Aviv in lotta contro il militarismo e contro la violazione dei diritti palestinesi. Il suo lavoro politico è finalizzato a decostruire quella che definisce una “fittizia separazione tra i diritti LGBT e la lotta contro l’occupazione”.
In un caldo pomeriggio di semi vacanze romane, la cerco su Skype per darle il mio augurio, visto che tra pochi giorni è prevista l’uscita di Bi. Notes for a Bisexual Revolution (Luglio 2013, pp. 224, Paperback, $16.00), un libro a metà tra il manifesto politico e l’opera saggistica.
Bi offre un’ampia ed articolata panoramica sulla bisessualità, che l’autrice descrive innanzitutto a partire da tre aspetti: il desiderio, la comunità e la politica. Gli appunti per una rivoluzione bisessuale cominciano con un excursus storico e teorico, poi affrontano il nodo della politica, della trasformazione sociale e dell’attivismo.
Non se ne parla di bisessualità in Italia, neanche in questi giorni di Pride – come potrebbe essere diversamente in un paese dove neanche il contrasto all’eterosessismo e all’omofobia sono ancora patrimonio condiviso? Eppure, altrove, la bifobia (o monosessismo) sono oggetto di studio nelle aule universitarie e di azione nell’ambito politico. Questi termini descrivono il sentimento di intolleranza, le discriminazioni e gli stereotipi diretti verso chi non si riconosce in un unico orientamento sessuale e ama sia le persone dello stesso sia di diverso sesso. E sottolineano come i maltrattamenti personali e gli episodi di emarginazione rivolti alle persone bisessuali siano sistemici alla cultura in cui viviamo e non semplici fatti aneddotici.
Una lettura lontana anni luce dalle tante che perpetuano i modelli tradizionali di genere. Una riflessione sul potenziale sovversivo della bisessualità, quando essa è al femminile e (ancora di più) quando si tinge di celeste…
Pubbicato il 24/06/2013 su http://goo.gl/mN9PR
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